I morti non soffrono - Cineclub Arsenale APS

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I MORTI NON SOFFRONO

di Viggo Mortensen

Durata: 129'
Luogo, Anno: USA, 2024
Cast: Vicky Krieps, Viggo Mortensen, Solly McLeod, Garret Dillahunt, W. Earl Brown


Sinossi

Vivienne Le Coudy (Vicky Krieps) è una donna franco-canadese che si guadagna da vivere vendendo fiori a San Francisco. Quando incontra il falegname danese Holger Olsen (Viggo Mortensen), i due si innamorano ma lei si rifiuta di sposarlo, rimanendo fedele alla sua natura indipendente. Decidono però di andare a vivere insieme a Elk Flats, nel Nevada.

La vita scorre tranquilla, tra lavoro e altre occupazioni quotidiane, fino a quando Holger decide di partire a combattere per l'Unione nella Guerra Civile. La coppia deve separarsi e Vivienne si trova a dover provvedere a se stessa in un clima ostile e corrotto a causa dei crescenti conflitti. È una donna sola, bersaglio preferito di uomini avidi e potenti, ma la sua forza e la sua determinazione la aiutano a difendersi...

In programmazione

Critica

Il film è un assorto e cadenzato western (genere che l’attore ha frequentato in passato ben volentieri come attore, da Oceano di fuoco – Hidalgo a Appaloosa: si sente) che dice molto della sensibilità sfaccettata e sfumata del Mortensen artista a tutto tondo e che ha dentro tutto il suo eclettismo di pittore, fotografo, poeta e musicista (ne firma lui stesso la colonna sonora). Al centro della storia ci sono due spiriti liberi, entrambi di origini straniere e non privi di una certa ruvidezza e tendenza all’indipendenza, che li porta a scrutarsi in profondità, a riconoscersi e infine a innamorarsi, tra dolcezza sussurrata e fisicità erotica accennata ma inalienabile. Più che il mito della frontiera in senso stretto, che anzi rovescia, a Mortensen, danese per parte di padre e americano dal versante materno, sembra interessare soprattutto la violenza silenziosa, impalpabile e strisciante con cui i conflitti alla base da sempre della società americana costringono i protagonisti a ridiscutere col tempo la propria idea di unione e famiglia. Il cowboy protagonista è, come il regista, un uomo industrioso e dai mille talenti, carpentiere ma anche scrittore, e unisce una tendenza al pragmatismo a una certa ruvida malinconia che fanno una maschera perfetta per le smorfie vitree e magnetiche del suo interprete. Fin dai primi minuti The Dead Don’t Hurt, come recita il titolo originale, nell’approccio al genere poggia su un classicismo quieto e solo in parte revisionista, con un’abbondanza di primi piani, soprattutto nelle primissime sequenze, e un’inesorabile vocazione femminista nel far sì che il personaggio dell’attrice lussemburghese Vicky Krieps, ammirata nella sua sensazionale prova ne Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, guadagni progressivamente il cuore della scena e del racconto. Si tratta di un film […] che ha un’idea precisa di romanticismo anche abbastanza schietta, anti-retorica e non di rado filosofica: un dato che gli consente di sguisciare via rispetto al sentimentalismo e di trovare una sua personale via alla rappresentazione dell’amore e della maniera improbabile in cui può sorgere e sgorgare anche in mezzo ai territori più ispidi e inospitali possibili, sia dal punto di vista paesaggistico che da quello simbolico (il film ha anche isolati momenti più pittorici e autoriali, che rimandano con la mente alla ragguardevole collaborazione tra Mortensen con l’originalissimo e radicale regista argentino Lisandro Alonso in Jauja e nel più recente Eureka). A declinare il western in chiave femminista ci aveva già pensato proprio di questi tempi il progetto Horizon di Kevin Costner, ma I morti non soffrono da questo punto di vista si spinge a conti fatti molto oltre e arriva a configurare una resa dell’identità maschile e patriarcale a vantaggio di un femminile maggiormente volitivo: un anima dunque, e non un animus, capace di farsi carico del peso che non può non ritrovarsi a portare chi deve, nonostante tutto, mandare avanti propria la vita, imparare a sopportare l’assenza. A restare, in buona sostanza, mentre la guerra si consuma altrove, e a disinnescare le insidie di un mondo corrotto e putrescente.

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